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VASTO - MARCO DI MICHELE MARISI LASCIA IL PDL PER ADERIRE AL MOVIMENTO FRATELLI D'ITALIA DI GIORGIA MELONI

14/01/2013 - Redazione AbruzzoinVideo
VASTO - MARCO DI MICHELE MARISI LASCIA IL PDL PER ADERIRE AL MOVIMENTO FRATELLI D'ITALIA DI GIORGIA MELONI

14 gennaio 2013. Ho rassegnato le mie dimissioni irrevocabili dal Coordinamento provinciale di Chieti de Il Popolo della Libertà e dal partito stesso, e che ho aderito al movimento “Fratelli d’Italia” di Giorgia MELONI e Guido CROSETTO.
Cambio uno strumento, dunque, ma sono sempre più convinto degli Ideali con i quali sono cresciuto e per i quali mi batto, e che camminano sulle gambe degli uomini. La mia è una scelta dettata dal cuore e che dunque non può trovare ripensamenti. Sono entrato ne Il Popolo della Libertà allorquando si era deciso che la fase di Alleanza Nazionale andava superata non nel termine dei contenuti, ma per costruire un grande partito degli Italiani che tracciasse il solco tra la seconda e la terza Repubblica anche e non solo guardando al bipolarismo. Sono entrato, così come è nel mio stile, in punta di piedi, senza nessuna pretesa, ma con la convinzione di poter costruire insieme a tanti amici un partito che rappresentasse il faro per una fetta consistente di Italiani che si riconoscono nel centrodestra, nei Valori della vita, della famiglia, che credono che la meritocrazia debba prevaricare la raccomandazione, che il Tricolore sia l’unica nostra bandiera, che credono che l’essere cristiani sia un Valore e non qualcosa di cui vergognarsi.
Sono entrato con la convinzione che un partito che potesse rappresentare il 40, 50 % degli Italiani, avrebbe potuto far parte della grande famiglia del Ppe, e avrebbe potuto battersi per una Europa dei Popoli e non delle banche; ho scelto il Popolo della Libertà convinto che con un consenso ampio si sarebbe potuto governare per abbattere il debito pubblico, per varare norme anti-corruzione efficaci, per combattere le delocalizzazioni delle industrie, per rilanciare l’occupazione e la natalità, per dichiarare guerra all’evasione fiscale, per fermare la fuga dei cervelli, per continuare la lotta alla droga, per garantire sicurezza, giustizia e certezza della pena. Ho scelto il Pdl con la convinzione che un partito di governo avrebbe potuto migliorare il sistema sanitario, mettere fuori dalla porta lobby e poteri forti, combattere la mafia, attuare il federalismo solidale e rilanciare l’Identità e l’Unità nazionale; ridare forza e dignità allo Stato, riportare il sistema bancario al servizio degli Italiani e non il contrario, pensare a politiche ecologiche puntando sulle energie rinnovabili e sostenibili, investire sulla ricerca, combattere gli speculatori, stare vicino alle piccole imprese, ai giovani, ai pensionati, alle fasce più deboli.
Sono entrato con la convinzione di poter costruire, nel mio piccolo ed insieme ai miei compagni di viaggio, un partito aperto alla partecipazione, che riuscisse ad avvicinare i tanti delusi della Politica, che combattesse la partitocrazia e premiasse i meritevoli; sono entrato con la convinzione che ogni nuova esperienza è rischiosa, ma lo è tanto quanto affascinante.
Al Popolo della Libertà, e lo dico senza presunzione e senza timore di essere smentito, ho dato tanto. Per il partito, per gli Ideali che quel partito doveva rappresentare, ho sacrificato la mia famiglia, i miei amici, i miei affetti, il mio tempo. E non rinnego nulla, per carità. L’ho fatto con la convinzione di poter dare un contributo ad un sogno, l’ho fatto con la consapevolezza di essere maturato e di aver maturato esperienza. E per questo lo ringrazio.
Ora, però, sono venuti meno i presupposti. Ho cercato fino all’ultimo di rimanere, di credere ancora nel Pdl, di continuare a chiedere una organizzazione del partito con congressi, primarie, momenti di partecipazione. Nulla di tutto ciò, purtroppo. Le primarie nazionali che avevano ridato speranza non solo a me, ma a tanti altri militanti e simpatizzanti, sono state cancellate. Una occasione irripetibile per misurare il consenso, per rilanciare il partito, per far “riappassionare” i delusi, per far luccicare gli occhi a chi credeva che quel partito potesse farcela ancora una volta, nonostante il corso degli eventi.
Non ho rimorsi, né rancori, né rimpianti. Ho, certo, un po’ di dispiacere nell’aver constatato che questo partito troppo spesso ha preferito difendere le rendite di posizione piuttosto che dare fiducia ad una nuova generazione; ha preferito mandare avanti i soliti piuttosto che scommettere ed investire sui giovani; ha preferito affidarsi agli incoerenti piuttosto che ai coerenti; ha preferito dare fiducia ai capibastone piuttosto che alle persone oneste, animate da passione, e dallo spirito di servizio nei confronti della Comunità tramite l’amministrazione della cosa pubblica; ha preferito gli “yes men” agli impavidi ed ai coraggiosi. Ha preferito mantenere piuttosto che cambiare. Ho, forse, un po’ di dispiacere nel pensare che, nel nuovo percorso che ho deciso di intraprendere, non ritroverò, probabilmente, tutti i buoni compagni di viaggio.
Lascio delle cariche politiche certe, per una semplice tessera. Lascio una strada sicura, per una nuova avventura. Senza garanzie, senza assicurazioni e rassicurazioni, senza certezze, ma con la convinzione che dove mi porta il cuore potrò stare bene con me stesso, con la Comunità per la quale, da quando a 17 anni ho cominciato a fare Politica, ho sempre lottato e continuerò a farlo. Lascio una strada sicura, certo di poter camminare a testa alta, convinto di aver fatto una scelta di Libertà, consapevole che dovrò lavorare a ventre basso, come sono sempre stato abituato a fare, sin da subito. Lascio la via vecchia per quella nuova, come si suol dire, con rinnovata passione, con rinnovato slancio, e con gli occhi lucidi che si hanno quando una storia finisce ma comincia un’altra tutta da scoprire, tutta da costruire.
Fratelli d’Italia. Il cuore, mi ha chiamato.

 

Marco di Michele Marisi

 

 

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