“‘Riemergere dall’emergenza’, ovvero superare lo stress post-traumatico generato dalla pandemia dal Covid-19, che ha colto tutti di sorpresa, a partire dai sindaci, dagli amministratori, dagli operatori del soccorso e del volontariato che da marzo si ritrovano, ancora oggi, a dover gestire le straordinarietà imposte da una crisi sanitaria mondiale, portando comunque avanti anche le attività ordinarie camminando sempre su un filo sottile in cui è facile perdere l’equilibrio. È l’obiettivo che la Provincia di Pescara si è posta con la giornata di studi e di lavoro prevista per domani, martedì 8 settembre, a partire dalle ore 9, al PalaCongressi di Montesilvano, in cui abbiamo coinvolto, come Progetto-Pilota, tutti i 46 sindaci della nostra provincia e tutti coloro che, tramite loro, sono comunque stati chiamati nelle stanze dei bottoni per assumere decisioni tempestive, immediate, che comunque hanno avuto un impatto anche emotivo”. Lo ha annunciato il Presidente della Provincia di Pescara Antonio Zaffiri nel corso della conferenza stampa odierna convocata per presentare l’iniziativa, con Irene Menis, ideatrice del progetto. “L’iniziativa – ha spiegato il Presidente Zaffiri – è dedicata in maniera specifica a coloro che, dallo scorso marzo, sono piombati nella prima linea della guerra impari contro una pandemia sanitaria di proporzioni enormi e dagli sviluppi imprevedibili, ovvero i sindaci e gli amministratori. Ovvero tutti coloro che, più di altri, nel periodo caldo del Covid-19 hanno vissuto ventiquattro ore su ventiquattro sotto stress, che non hanno avuto alcuna possibilità né occasione di fare una pausa per riprendere respiro, per recuperare, per controllare o gestire lo stress e ancora oggi continuano il proprio impegno sul territorio, spesso in silenzio, dietro le quinte. Infatti, escludendo ovviamente gli operatori sanitari e del soccorso, i sindaci sono stati senza dubbio la prima frontiera di una guerra che non è neanche finita: le nostre macchine amministrative non si sono fermate neanche per un minuto, divise tra scelte fondamentali, straordinarie e assunte in velocità per affrontare problemi importanti come il reperimento di farmaci o presidi che spesso mancavano sul territorio, e pensiamo alle mascherine o ai guanti monouso, la distribuzione dei generi alimentari alle famiglie per ridurre il più possibile gli spostamenti, o anche la mappatura minuziosa dei cittadini Covid-positivi, scelte che abbiamo dovuto incrociare e infilare tra le attività ordinarie che pure sono giustamente andate avanti, con i dipendenti in smart working e la necessità di adeguare anche il nostro sistema lavorativo e relazionale alle mutate esigenze temporali. Domani spiegheremo ai sindaci come riconoscere e superare lo stress post-traumatico che abbiamo subito e abbiamo chiesto agli stessi primi cittadini di individuare e coinvolgere essi stessi, all’interno delle proprie amministrazioni, i dipendenti o le Associazioni che comunque li hanno affiancati nella fase dell’emergenza, supportando le esigenze che, mano a mano, si sono presentate in una continua corsa contro il tempo, quindi singoli dipendenti pubblici, Operatori della Protezione civile o del soccorso”. “L’idea – ha spiegato la dottoressa Menis – è nata dalla consapevolezza e dalla percezione del livello di stress da dover gestire che è in costante aumento, aggravato dalla pandemia. La giornata di domani mira a fornire gli strumenti per minimizzare quanto più possibile l’impatto dell’evento traumatico, a partire dal lockdown, poi le perdite subite sul territorio, le pressioni che hanno subito i rappresentanti delle Istituzioni e le Forze dell’ordine. Domani cominceremo alle 9 con la presentazione del Progetto-Pilota che si fonda su metodi derivanti dalla ricerca in neuroscienze e che indica come trasformare un’esperienza invasiva in un momento di comunità e di condivisione. Quindi dopo la teoria, coinvolgeremo i sindaci in alcune esperienze pratiche in cui valuteremo il livello di stress, che è la percezione di inadeguatezza nell’affrontare una situazione, per individuare le soluzioni che ancora oggi occorrono visto che la pandemia è tutt’altro che conclusa. Dunque il Progetto ci permetterà anche di preparare gli amministratori al ritorno di una eventuale seconda ondata fornendo sin d’ora gli strumenti emotivi per guardare oltre”.