Venerdì 26 Aprile 2024

Presentazione del libro “D’Annunzio e Ortona a mare” di Franco Di Tizio - Edizioni Menabò

16/01/2018 - Redazione AbruzzoinVideo

ORTONA - Sarà presentato venerdì 19 gennaio alle ore 17.30 nella Biblioteca Diocesana ad Ortona il libro “Gabriele d’Annunzio e Ortona a mare” di Franco Di Tizio edito dalla Menabò.

Alla presentazione interverranno: Leo Castiglione, (Sindaco di Ortona)Gaetano Basti (Editore)Elio Giannetti (Direttore della Biblioteca Diocesana)Umberto Russo, (Università G. d'Annunzio Chieti-Pescara)Franca Minnucci (scrittrice, attrice)Andrea Lombardinilo (Università G. d'Annunzio Chieti-Pescara).

L’ormai lunga e intensa frequentazione della vita e dell’opera di Gabriele d’Annunzio ha indotto l’autore a puntare il suo obiettivo su una tematica specifica: i rapporti del Poeta con la città, la gente, i paesaggi di Ortona, quei rapporti che spesso ispirarono le pagine dannunziane risolvendosi in immagini letterarie, ricordi vibranti di nostalgia.

Il libro va a incrementare la vasta produzione libraria editoriale concernente le relazioni del Poeta con le varie località da lui frequentate, ed Ortona occupa un posto di rilievo poiché vi nacquero la madre e tutti gli avi materni, spesso fu meta delle sue gite, lo elesse deputato nel 1897 e gli diede amici importanti, tra cui Francesco Paolo Tosti.

Il Poeta ricordò i suoi soggiorni e le bellezze di Ortona non soltanto nelle missive, negli articoli e nei colloqui con gli amici ma, specialmente, nelle opere autobiografiche, tra cui il NotturnoLe faville del maglio e il Libro segreto che trattano dei rapporti che d’Annunzio ebbe con le varie città italiane.

Nel libro l’autore riporta i rapporti che il poeta ebbe con la madre e con l’intero parentado materno, quelli con alcuni personaggi ortonesi, tra cui Francesco Paolo Tosti, Francesco Paolo Cespa e Romolo Bernabeo; le sue varie visite a Ortona; le citazioni della cittadina nelle sue opere, alcune citazioni riferibili a Ortona che d’Annunzio fece nelle lettere e negli scritti giornalistici. Nel libro è ricordato anche il rapporto di d’Annunzio con Rocco D’Alessandro e Teodorico Marino; il primo gli fu piuttosto ostile mentre il secondo, invece, fu un suo caro amico e fervente ammiratore.

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