Sabato 18 Maggio 2024

FARINDOLA: Valanga Hotel Rigopiano, continuano senza sosta le ricerche dei dispersi

19/01/2017 - Redazione AbruzzoinVideo

 "L'albergo non esiste piu', e' completamente distrutto". Le prime, sommarie descrizioni dei vigili del fuoco arrivati via terra rendono bene il senso della tragedia di Farindola, in provincia di Pescara, dove l'albergo Rigopiano, un resort a 4 stelle, raffinato ed elegante, "ispirato all'estetismo di Gabriele D'Annunzio, dotato di molti confort tra cui un centro benessere con piscina all'aperto e al chiuso, sauna e quant'altro, e' stato travolto da una valanga causata con ogni probabilità dalle scosse di terremoto, tutte con magnitudo superiore  ai 5 gradi ,che ieri hanno colpito il centro Italia con epicentro  a 9 km di profondità nei comuni di Montereale, Capitignano, Pizzoli, Barete e Campotosto, in provincia de L'Aquila, e di Amatrice, in provincia di Rieti.

I soccorritori hanno gia' estratto dalle macerie due cadaveri, ma alla conta mancherebbero una trentina tra clienti e dipendenti della struttura: le unita' cinofile sin qui non hanno raccolto segnali, e con il passare del tempo la speranza di trovare dei superstiti diventa sempre piu' remota. Intanto emerge che sarebbero  35 le persone presenti all'interno dell'Hotel. "Le persone registrate in Questura ufficialmente sono di meno, ovvero 22 ospiti e sette dipendenti - spiega il sottosegretario regionale d'Abruzzo, con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca, dal Centro di raccolta allestito nel palazzetto dello sport di Penne -. Però è verosimile che ci fossero degli ospiti e dunque il numero dovrebbe essere questo".Non si hanno più  notizie di una giovane coppia di Castignano, Marco Vagnarelli e Paola Tomassini,  di Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo, della moglie Marina Serraiocco, 37, di Popoli, e del loro bambino. Dispersi anche Emanuele Bonifazi, 31 anni, di Pioraco, dipendente dell'hotel, e Marco Tanda, 25 anni, residente a Macerata. Era con la fidanzata abruzzese Jessica Tinari, anche lei dispersa. Tra i dispersi risulta essere anche una coppia di Castel Frentano (Chieti) . Si tratta di Luciano Caporale, 54 anni, e la moglie, Silvana Angelucci, 46 anni, entrambi di professione parrucchieri. La coppia era giunta in hotel domenica pomeriggio per ripartire martedì sera ma, a seguito del peggioramento delle condizioni meteorologiche, hanno deciso di trattenersi fino a ieri, mercoledì. I figli della coppia, unitamente ad altri famigliari, sono già in viaggio verso Penne al centro di coordinamento per avere notizie certe sulla sorte degli scomparsi. "Siamo tutti in apprensione, speriamo che questa storia finisca bene, dice il sindaco di Castel Frentano - Gabriele D'Angelo - per il momento non abbiamo notizie e siamo tutti appesi a un filo di speranza. La coppia era molto nota per la loro lunga attività professionale ed era fortemente inserita nel tessuto sociale del paese".A Farindola "e' accaduto qualcosa di straordinario - ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale dell'Abruzzo, Giuseppe Di Pangrazio -. All'abbondante nevicata si sono sommate le scosse di terremoto. Le polemiche oggi non servono, serve solo la speranza che all'interno dell'albergo non ci sia una tragedia". E "c'e' bisogno anche di una grande solidarieta' tra le istituzioni"Ci sono volute ore alla colonna dei soccorsi 'pesanti' per arrivare nella zona coperta da metri di neve. I primi aiuti, quelli degli uomini del soccorso alpino del Cai e della Guardia di finanza, erano giunti sugli sci nella notte: due persone che si trovavano all'esterno della struttura erano state messe in salvo ma con la luce dell'alba la situazione e' apparsa in tutta la sua drammaticita': "l'hotel - racconta Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili - e' stato investito dalla valanga, che l'ha oltrepassato, seppellendolo". Ci sono "tonnellate di neve, tronchi di albero e detriti ovunque. E materassi trascinati a centinaia di metri". Mentre la Procura di Pescara apre un'inchiesta ipotizzando l'omicidio colposo e i parenti degli ospiti del Rigopiano vengono accolti in una struttura ad hoc, emergono le prime storie. "Giampiero Parete, (uno dei due superstiti) sta bene ma e' preoccupato per i suoi due figli di 6 e 8 anni e per la moglie - spiega Quintino Marcella, ristoratore e datore di lavoro di Parete -. La moglie aveva mal di testa e aveva bisogno di una medicina che era in macchina. Giampiero e' uscito dall'albergo ed e' andato in auto. Mentre stava tornando verso l'hotel ha sentito rumori e scricchiolii e ha visto la montagna che cadeva". Sempre secondo Marcella, "tutti gli ospiti dell'albergo avevano pagato e avevano raggiunto la hall pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve". Intanto continua alacremente il lavoro dei soccorsi "Siamo qui da questa notte. Il lavoro continua in maniera molto importante. Abbiamo 30 dei nostri tecnici che stanno operando sulla valanga. Abbiamo un'unità cinofila e però, sapete, il lavoro è molto, molto complesso. Questa valanga è lunga più di 300 metri di fronte e ha investito gran parte della struttura, per cui il lavoro è molto delicato. Ci sono accumuli che arrivano a cinque metri di altezza, quindi una quantità di neve veramente notevole". Lo ha detto a Radio 24 Walter Milan, referente ufficio stampa soccorso alpino e speleologico, dal luogo della tragedia. "Gran parte della struttura è completamente trasfigurata. È stata spostata di diversi metri proprio dalla forza d'urto della valanga. La stessa valanga prima di impattare contro l'albergo ha raso al suolo anche un bosco nei pendii superiori, quindi si può immaginare la forza della valanga. La neve, trascinandosi verso valle porta con sé legname, alberi, a volte pietre, quindi acquisisce una forza ancora maggiore. Basti pensare comunque che, per dare un'idea, un metro cubo di neve può arrivare a pesare una tonnellata circa. Per cui immaginate un fronte lungo 300 metri che capacità distruttiva può avere". Sulla possibilità di trovare superstiti Milan ha chiarito: "Mah, le speranze ci sono. Queste valanghe sono valanghe particolari perché avendo investito un edificio possono crearsi delle sacche d'aria anche corpose, per cui noi lavoriamo come se fosse il primo minuto. Stiamo operando in maniera molto metodica e organizzata. Abbiamo suddiviso la zona di intervento in micro aree e tutte queste micro aree vengono analizzate, censite, sondate dalle squadre dei nostri tecnici del soccorso alpino". Le unità cinofile hanno portato i soccorritori subito verso i due uomini estratti vivi nei primissimi momenti, "quando le nostre squadre hanno raggiunto il fronte della valanga. E poi anche per i cani è abbastanza difficile operare contando la specificità di questa valanga che è a metà neve, metà reperti, parti di edificio. Comunque sicuramente i cani sono ausili preziosi per indirizzare poi i sondaggi più organizzati da parte dell'uomo", ha aggiunto Milan. "Ci son state difficoltà, ovviamente, legate all'ambiente per raggiungere il luogo della valanga, però bisogna ricordare che al momento c'è il soccorso alpino con più di trenta tecnici al lavoro, però ci sono anche i vigili del fuoco, ci sono gli uomini della finanza, per cui, diciamo, le forze sono più che sufficienti. E il tempo per raggiungere il luogo dell'evento è stato dovuto alle condizioni veramente eccezionali delle strade. Abbiamo dovuto impiegare, e chiedere all'Anas, tramite il dipartimento di protezione civile, una fresa molto grande per aprire la strada, e poi quando la fresa non ce l'ha più fatta, abbiamo indossato gli sci e abbiamo proseguito come sappiamo fare noi del soccorso alpino con tecniche alpinistiche fino raggiungere l'hotel", ha concluso.

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