Sabato 20 Aprile 2024

Sanità

Consorzio Sgs, come cambia il lavoro degli operatori sociosanitari in questa emergenza Covid-19.

06/04/2020 - Redazione AbruzzoinVideo
Consorzio Sgs, come cambia il lavoro degli operatori sociosanitari in questa emergenza Covid-19.

L'emergenza Covid 19 ha costretto tutti a rivedere non solo le proprie abitudini, ma anche a rimodulare il proprio lavoro in base alle nuove regole di distanza sociale.

Gestire due ragazzi con problemi al tempo del Coronavirus. Antonio Di Donato, giovane operatore del Consorzio Sgs, assistente domiciliare, racconta la sua giornata con due ragazzi, uno che sta in carrozzina e l'altro autistico. “La prima settimana è stata molto pesante anche per una certa confusione normativa, non tutto era chiaro, poi mi sono organizzato meglio cercando di non sconvolgere troppo le loro abitudini. Li ho fatti anche uscire per brevi tratti vicino casa. Qualche volta siamo arrivati fino alla cattedrale, siamo entrati e rimasti in silenzio. Sono importanti anche questi momenti – ci dice nascondendo a fatica l'emozione - , ho dovuto rivedere tutte le nostre attività ed è stato bello scoprire che avevano compreso le attuali regole, anche quella fondamentale della distanza, come se avessero acquisito una nuova responsabilità. Voglio ringraziare le forze dell'ordine per la loro comprensione e gentilezza quando li abbiamo incontrati nelle nostre rare uscite. Ora sto evitando anche quei pochissimi e brevi giri, cerco di interessarli e occuparli con attività a casa. Il nostro è un aiuto, un sostegno indispensabili per i ragazzi e per le loro famiglie”. L'emergenza Covid 19 ha costretto tutti a rivedere non solo le proprie abitudini, ma anche a rimodulare il proprio lavoro in base alle nuove regole di distanza sociale. Una situazione drammatica che pesa su tutti i settori, soprattutto sul terzo, il più delicato che abbraccia le fasce deboli, i soggetti vulnerabili, diversamente abili e le loro famiglie. Al Consorzio Sgs (Servizi sociali socio sanitari) si sta facendo i conti proprio con questa inedita e difficile condizione. Ma chi opera in questi comparti è solito far fronte ai problemi e a individuare le soluzioni più adeguate, come ha detto Maria Di Camillo responsabile dell'area sociale del Consorzio “la risorsa principale nel nostro lavoro, siamo noi, le persone”. Il monitoraggio delle situazioni in carico viene mantenuto telefonicamente, oltre al supporto da parte del personale, operatori sanitari ed educatori.



“I nostri operatori si sono organizzati con video chiamate alle famiglie, per monitorare gli obiettivi, per sostenere i genitori nella gestione dei bambini – spiega Maria Di Camillo – per aiutarli se sorgono problemi. Vicini anche se distanti. Al Centro di Ortona abbiamo avviato incontri, letture e attività per bimbi fino a tre anni e per i loro genitori in modalità on line, negli stessi orari e con le stesse formule previsti dal servizio ordinario. In questa situazione di emergenza , c'è una vicinanza emotiva maggiore, siamo tutti nella stessa barca, come ha detto papa Francesco, e non dobbiamo dimenticare le differenze che caratterizzano ogni nucleo familiare a partire dalle ripercussioni lavorative ed economiche che generano forti preoccupazioni. Negli ambiti distrettuali e sociali di nostra competenza sono stati attivati sportelli telefonici di supporto psicologico. Un servizio gratuito per i cittadini, per chi si trova in quarantena o in isolamento domiciliare fiduciario. E' rivolto a tutti coloro che hanno bisogno di un sostegno, di un aiuto per gestire e cercare di superare paure e angosce. Mi preme sottolineare come dipendente di cooperative sociali – ha concluso Maria Di Camillo- l'importanza del settore privato che pur con i suoi limiti e con i miglioramenti che pure sono necessari, si fa comunque portavoce dei diritti dei cittadini più fragili, favorendo anche il dialogo con le istituzioni” L'ultima riflessione la riserva ai più piccoli e ai dispositivi tecnologici “se da un lato aiutano dall'altro possono creare una sorta di dipendenza soprattutto nei bambini che già ne fanno un largo uso, anche se sono proprio i più piccoli con la loro capacità di utilizzare la tecnologia e con la loro fantasia, i più attrezzati a vivere questa realtà”

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