Venerdì 03 Maggio 2024

Cronaca

Lanciano, processo penale a carico di Davide Caporale, dopo l'assoluzione a L’Aquila, la Corte Suprema di Cassazione annulla la sentenza d’appello agli effetti civili

09/12/2021 - Redazione AbruzzoinVideo
Lanciano, processo penale a carico di Davide Caporale, dopo l'assoluzione a L’Aquila, la Corte Suprema di Cassazione annulla la sentenza d’appello agli effetti civili

La vicenda giudiziaria è iniziata nel 2013 dopo la denuncia penale sporta nel 2011 dall’imprenditore Paolo Benintendi che accusò il consigliere comunale frentano di tentata violenza privata per aver tentato di bloccare i lavori che la sua società stava eseguendo in via per Fossacesia: la Procura trasse infatti il Caporale a giudizio con l’accusa di tentata violenza privata.

È stata la Cassazione a chiudere, per il momento, con una sentenza di annullamento agli effetti civili della precedente aquilana (considerata la intervenuta prescrizione del reato) e rinvio al giudizio civile, la lunga vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto in qualità di imputato il consigliere comunale Davide Caporale nel procedimento penale, iniziato nel 2013, dopo la denuncia dell’imprenditore Paolo Benintendi.

I fatti risalgono al dicembre 2011. La società dell’imprenditore, la IMMOBIL INVEST SRL stava eseguendo opere edili in un cantiere in via per Fossacesia quando Davide Caporale, all’epoca dei fatti consigliere comunale, sollecitato da alcuni residenti in relazione alla pericolosità di un tubo del gas, interveniva tentando di fermare i lavori in corso di esecuzione, per quanto da lui stesso riferito, per esigenze pubbliche.

In una nota l’imprenditore Benintendi ripercorre tutta la vicenda giudiziaria durata 10 anni e caratterizzata da sentenze altalenanti: condanna in primo grado, assoluzione in secondo e nuovo annullamento della sentenza aquilana agli effetti civili in Cassazione. “Il processo di primo grado si è svolto dal 5 novembre 2013 all’udienza del 16 settembre 2016 e si è concluso, riconosciuta la colpevolezza all’esito di una istruttoria testimoniale e documentale particolarmente complessa, con la condanna del Davide Caporale, alla pena di mesi uno e giorni venti di reclusione oltre la condanna al risarcimento dei danni quantificati nella misura di € 1.000,00 ed oltre la condanna alle spese di lite per circa € 2.000,00. – spiega Benintendi - Successivamente, Caporale ha fatto ricorso in appello contro la condanna, e la Corte d’appello di L’Aquila, il 23 settembre 2020, superando la prescrizione del reato nel frattempo intervenuta, ha assolto l’imputato con la formula dell’insussistenza del fatto.”

L’Avv. Alfonso Ucci, difensore dell’imprenditore in tutti i gradi di giudizio, ha presentato così ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione, evidenziando diversi vizi della sentenza aquilana. La Suprema Corte di Cassazione, alla pubblica udienza del 25 novembre 2021, nella quale Caporale è stato difeso dall’Avv. Giuliano Lazzari del Foro di L’Aquila nel frattempo subentrato all’Avv. Alessandro Troilo, difensore dei primi due gradi di giudizio, accogliendo le difese, il ricorso e le motivazioni spese dall’Avv. Alfonso Ucci, ha definitivamente annullato agli effetti civili, con sentenza n.2998/21, la sentenza della Corte d’appello di L’Aquila, rimettendo la causa risarcitoria al giudice civile competente per valore in grado di appello.

Foto, avvocato Alfonso Ucci

L’imprenditore Paolo Benintendi, si dice “molto soddisfatto di questi esiti, dopo un procedimento durato ben dieci anni, dichiarando che la Giustizia ha finalmente avuto il suo corso, dopo aver subito un comportamento a mio avviso sgradevole che nessun consigliere comunale dovrebbe mai avere, considerata l’assenza di ogni pericolo ed interesse pubblico alla vicenda”.

“Sono soddisfattissimo per il mio Assistito all’esito di un procedimento durato dieci anni, che ha visto più volte ribaltamenti delle vicende processuali con una sentenza che costituirà per certo un importante precedente a livello nazionale” ha sottolineato invece l’avvocato Alfonso Ucci.

CONDIVIDI:

TAG TEMATICI

Lanciano

Potrebbero interessarti

Oggi le ricerche si sono concentrate anche in mare con l'intervento di Unità di ricerca subacquea del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza.

Il giovane guidava anche senza patente. Non l’aveva mai conseguita

Aveva con sé hashish e una pistola Beretta calibro 6,35 rubata e completa di caricatore contenente una cartuccia, pronta a fare fuoco.

Imponente l'impiego di uomini e mezzi per le ricerche ma della donna nessuna traccia. Cresce l'angoscia dei familiari dell'insegnante di danza e tanti gli interrogativi ai quali non è possibile rispondere.