Assolto con formula piena perchè il fatto non sussiste. Si conclude così una vicenda giudiziaria che ha visto protagonista un ex Carabiniere di Lanciano, un calvario durato 13 anni per Giuseppe Di Risio, 59 anni, di Casalbordino, accusato di usura a promessa verso un uomo di Atessa, L.T., al quale il militare dell'Arma, secondo l'accusa, aveva prestato del denaro. I fatti a lui contestati risalgono al 2006, e nel 2008 venne arrestato dalla Polizia di Lanciano. Nei tre gradi di giudizio l'ex Militare dell'Arma era stato condannato in via definitiva a 3 anni e 9 mesi di reclusione per i reati di usura e falso ideologico. Di Risio si è sempre professato innocente, definendo la condanna emessa a suo carico, in primo grado dal tribunale collegiale frentano, poi dalla Corte d'Appello dell'Aquila ed infine confermata in Cassazione, un'ingiustizia. Ma Giuseppe Di Risio non si è arreso, voleva a tutti i costi dimostrare la sua innocenza, avere un suo riscatto morale dopo la vergogna, l'umiliazione e dopo l'immenso dolore vissuto da lui ed i suoi cari in questi anni. Così nel Processo di revisione dinanzi alla Corte d'Appello di Campobasso, grazie a nuovi importanti elementi e testimonianze rese da persone appartenenti alle forze dell'ordine, è stata ribaltata dai giudici la sentenza a suo carico con l'assoluzione con formula piena perchè il fatto non sussiste.
Oggi a Lanciano nel corso di una conferenza stampa, caratterizzata da momenti di grande commozione, l'ex Carabiniere ha voluto ripercorrere quei tragici momenti che lo hanno segnato fortemente ed insieme al suo legale, l'avvocato Giuliana De Nicola, del Foro di Pescara, spiegare i punti salienti della sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Campobasso nel processo di revisione. " Ad oggi il signor Di Risio dopo 32 anni di onorata carriera, con 3 encomi, una persona che ha operato nella polizia giudiziaria anche in casi molto delicati, per i quali è stato per un periodo sotto scorta, quindi un uomo che ha dato la sua vita all'Arma, ha diritto di poter chiarire la sua attuale posizione di uomo libero. Un uomo che grazie a questa assoluzione può dire di aver ripreso in mano i suoi diritti umani." Così l'avvocato Giuliana De Nicola nel corso della conferenza stampa nella quale ha annunciato che verrà chiesta per il suo assistito, anche per il diritto al'oblio, la cancellazione del suo nome dai vari articoli che lo hanno riguardato in questi anni sulle testate giornalistiche di carta stampata e online e l'errata dichiarazione di condanna.
"Una vicenda che mi ha logorato e non solo per me stesso. Prima entravo nei tribunali e mi stendevano il tappeto rosso perchè ero un uomo dello Stato ora mi sento piccolo. - Dice l'ex Carabiniere con un nodo in gola e gli occhi lucidi, raccontando alcuni aneddoti relativi alle fasi dell'arresto e altri episodi che lo hanno ferito particolarmente e che dice che non dimenticherà mai - Ho subito un grande accanimento in questa vicenda ed ho visto tanta cattiveria verso di me che non riesco ancora a spiegarmi. In questi anni è valso a poco l'impegno dimostrato dai legali che mi hanno assistito in precedenza e che ringrazio, l'avvocato Ciarella e Troilo, che si sono battuti per fare emergere la verità ma che hanno trovato un muro invalicabile. Grazie all'avvocato de Nicola che ha fatto egergiamente il suo lavoro ed è riuscita con tenacia a farmi vedere una luce e a far riaprire il mio caso".
"Il processo di revisione si deve fondare su prove nuove affinchè ci siamo le condizioni per poter aprire di fatto un nuovo processo dopo la definizione di tre gradi di giudizio. - ha chiarito l'avvocato De Nicola- E' necessario portare nell'atto di revisione degli elementi nuovi e mai valutati in precedenza o testimonianze che non avevano avuto in precedenza la qualificazione corretta, per poter ribaltare, non solo da un punto di vista giuridico, i capi d'imputazione ma anche i fatti in se. Ci tengo a sottolineare - continua l'avvocato - che le indagini difensive sono state condotte da me ascoltando le testimonianze di alcuni ispettori che hanno voluto esprimere le loro verità sulla vicenda. E sono emerse anche prove di rilevanza fondamentale che non erano state prese in considerazione".
Ora si procederà con le richieste di risarcimento del danno subito a seguito della custodia cautelare. L'ex carabiniere ha scontato quasi totalmente la sua condanna, quattro mesi di custodia cautelare presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e agli arresti domiciliari, poi la pena venne sospesa per la sua particolare situazione legata al figlio disabile, e a 3 mesi dalla fine dell'espiazione della condanna è stata ottenuta dal legale di Di Risio la misura alterativa dell'affidamento ai lavori socialmente utili " che a testa alta il mio assistito - ha detto l'avvocato De Nicola - ha affrontato con grande dignità giorno dopo giorno.
"Io sono stato coinvolto in questa terribile vicenda perchè, non lo nego, ho prestato del denaro ad un amico che dopo tre anni mi ha denunciato ma che non mi ha mai restituito un centesimo in questi 13 anni - charisce Di Risio - Non provo alcun rancore nei suoi confronti perchè lui era inconsapevole. Il mio prossimo passo - conclude - sarà querelare chi ha sbagliato nei miei confronti. Ora però voglio riaquistare la mia dignità e quella della mia famiglia e riavere in parte ciò che mi è stato tolto".