Mercoledì 30 Aprile 2025

Cronaca

I Carabinieri Forestali Chieti sequestrano lo scarico di un autolavaggio, scoperto smaltimento illecito di reflui

15/07/2021 - Redazione AbruzzoinVideo
I Carabinieri Forestali Chieti sequestrano lo scarico di un autolavaggio, scoperto smaltimento illecito di reflui

i Militari del NIPAAF hanno scoperto che la ditta avrebbe adottato un ingegnoso sistema che consentiva di bypassare il sistema di filtraggio dei reflui, scaricandoli abusivamente all’interno della rete fognaria.

Militari del N.I.P.A.A.F. (Nucleo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) di Chieti, all’esito di una approfondita attività di indagine culminata con decreto di ispezione disposto dalla Procura della Repubblica di Chieti, hanno deferito alla competente A.G. il titolare di un autolavaggio, responsabile dell’illecito scarico di reflui industriali nella rete fognaria, in assenza di autorizzazione.

I militari, unitamente al personale dell’ACA nominato ausiliario di polizia giudiziaria, hanno provveduto all’ispezione dei serbatoi presenti all’interno della ditta, rinvenendo un ingegnoso sistema che consentiva di bypassare il sistema di filtraggio dei reflui, scaricandoli abusivamente all’interno della rete fognaria.



L’utilizzo di un tracciante ha evidenziato il percorso seguito dal refluo, consentendo di accertare l’illecita condotta: infatti, l’artificioso sistema di convogliamento delle acque era assicurato mediante l’installazione di un tubo posto all’interno della cisterna abusivamente collegato alla rete degli scarichi degli adiacenti servizi igienici. I militari del Nucleo investigativo hanno sottoposto a sequestro preventivo lo scarico abusivo, sigillando la relativa conduttura.

L’autolavaggio non è stato sequestrato in quanto la ditta è fornita di apposito impianto di depurazione e recupero delle acque. All’indagato è stata contestata l’apertura di scarichi industriali non autorizzati, per cui è previsto l'arresto da due mesi a due anni o l'ammenda da millecinquecento euro a diecimila euro ai sensi dell’art. 137 comma 1 del codice dell’ambiente

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