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EMERGENZA CINGHIALI: MAURO FEBBO CRITICA LE MISURE ADOTTATE DALLA REGIONE

03/01/2017 - Redazione AbruzzoinVideo

"La Giunta regionale lavora al restringimento delle modalita' di caccia al cinghiale e alla chiusura della caccia alla Beccaccia nei siti SIC e ZPS". E' quanto dichiara in una nota il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo che spiega come "l'assessore regionale alle Politiche agricole e alla Caccia Dino Pepe, continua a prendere in giro i sindaci abruzzesi, in particolare quelli del Sangro, provincia di Chieti, perche' prima dichiara una cosa ma poi la Giunta fa esattamente l'opposto attraverso la Delibera di Giunta n.877/2016.

Nei siti SIC e ZPS, ricadenti nelle aree di presenza attuale e potenziale dell'orso (ovvero mezzo territorio abruzzese), il cinghiale potra' essere catturato con i chiusini o abbattuto tramite appostamento fisso con esclusione della braccata. Parliamo di quasi il 70% del territorio ricadente nell'ATC Sulmona e del 40% circa del territorio dell'ATC Chietino-Lancianese e parte Vastese. Nei siti SIC e ZPS ricadenti fuori dalle aree di presenza dell'orso invece la caccia al cinghiale in braccata e' vietata, esattamente il contrario di quanto richiesto e promesso ai sindaci, mentre i cani possono essere utilizzati solo per la girata". "Inoltre - prosegue Febbo - il controllo dei cinghiali nei siti SIC e ZPS e' limitato solo sui terreni agricoli come individuati sulla carta dell'uso del suolo 1:25.000. Come a voler dire che ogni selecontrollore dovrebbe girare con una cartina alla mano e capire se quel terreno e' destinato all'agricoltura o meno, siamo alle comiche. Queste misure dimostrano come sia i tecnici che hanno predisposto le misure sia i politici che hanno abboccato, vivano fuori dalla realta'. Con questa Delibera di Giunta in sostanza si decreta la fine dell'agricoltura nella aree interne e piu' deboli e questo senza alcun confronto con il mondo agricolo; sara' mia premura informare le Organizzazioni Professionali di questo provvedimento che e' pura follia!"."Non bisogna dimenticare che nei mesi scorsi - spiega ancora Febbo - c'era stata la mobilitazione di ben 50 sindaci chietini che si erano rivolti a Prefetto, Provincia e Assessorato regionale dal quale pero' sono stati ingannati. L'assessore Pepe e altri consiglieri regionali di maggioranza dichiaravano di aver presentato una proposta di Legge regionale per recepire proprio le istanze dei primi cittadini ma questo non corrispondeva alla realta', come risulta dal verbale della seduta della Commissione Agricoltura alla quale hanno partecipato i sindaci di Roccascalegna e Archi. Il progetto di Legge peraltro era stato inizialmente sottoscritto anche dal capogruppo del Pd Sandro Mariani che successivamente aveva ritirato la sua firma per sostenere il pdL predisposto dal centrodestra. Ma lo 'stato confusionale' dell'assessore Pepe si manifesta nell'aver presentato ben 38 emendamenti alla sua proposta, vuol dire cioe' stare un 'po' di qua e un po' di la''. Ma cio' che grida giustizia e' il fatto che i sindaci vengono tratti in inganno affermando che la loro proposta di legge sarebbe stata approvata (dalla maggioranza ) prima di Natale, ma poi non viene convocata la Commissione deliberante e il tutto slitta a dopo il 9 gennaio mentre il 28 dicembre Pepe porta in Giunta una delibera che dice l'esatto contrario. Il sindaco di Roccascalegna, si dovrebbe 'schifare' di questo atto e di come questo Governo regionale sta affrontando una problematica di questa portata ed importanza economica, ambientale e sanitaria. Smaschereremo anche questa posizione non appena verra' (se mai lo sara') convocata l'apposita Commissione deliberante, dove ci saranno i miei 11 emendamenti gia' presentati e che ricalcano pedissequamente le richieste dei sindaci, dove chiederemo l'annullamento di quest'ulteriore atto che offende l'intelligenza degli agricoltori e degli amministratori". "I problemi che investono il mondo agricolo e quello venatorio - conclude Febbo - riguardano anche la Beccaccia: con la DGR 877/2016 la caccia, nei siti SIC e ZPS (ovvero tutta la valle Subequana), e' consentita solo su basi strettamente censuarie e in base ai piani di gestione".

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