LANCIANO - Ci sono voluti 120 minuti e oltre, un bagaglio di buona sorte e un rigore di Arboleda per mandare in archivio un'annata più complessa delle aspettative. E pensare che ad avvio del primo tempo supplementare tutti gli sforzi sembravano svanire sotto la timida pioggia del "Guido Biondi". Ma la cosa, l'unica cosa, che veramente contava per il Lanciano era quella di rimanere in Eccellenza. E anche per l'anno prossimo sarà Eccellenza. La partita di oggi. San Salvo più strutturato fisicamente che viene a Lanciano per giocarsela a viso aperto. Ci riuscirà bene. Lanciano che magari ha anche qualcosa di più dal punto di tecnico, ma non deve farsi ingannare dalla maggiore esperienza degli ospiti. L'entusiasmo sugli spalti è la prima nota positiva (250 da Da Salvo, quasi 2000 frentani).
L'indecisione della terna arbitrale è un'altra nota, anche in questo caso la prima, ma negativa però. Di Caro di Chieti cerca di tenere in mano la partita, ma fa di tutto per non riuscirci. Riesce a mostrare 3 rossi (Scarimbolo, Diaz Crespi e allontanamento di Antonio Aquilanti) nei quasi 130 minuti di gioco, a non vedere un rigore su De Giosa nel secondo tempo regolamentare, a far arrabbiare il tecnico del Lanciano. Ma riesce anche nell'intento di far entrare in campo le forze dell'ordine dopo che Arboleda realizza il pari dagli undici metri perché scoppia un parapiglia tra rossoneri e biancazzurri che non riesce a mitigare. Sulla partita ci sarebbe tanto da dire, ma la cronaca oggi passa in secondo piano. Perché, alla fine, già ora ci si è dimenticati delle due traverse del Lanciano o delle parate di D'Aloisio. Ci si ricorderà che il Lanciano s'è salvato ai supplementari. Il resto, ora, non conta. Conta però l'annata complessiva. L'anno prossimo si ripartirà con la stagione appena conclusa da custodire gelosamente per fare meglio. Molto, ma molto meglio.
Articolo di Alessio Giancristofaro