È scattata all’alba di oggi, giovedì 12 giugno 2025, una vasta operazione antidroga che ha portato all’arresto di dodici persone ritenute appartenenti a un’organizzazione criminale strutturata e pericolosa. A eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono stati i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Pescara, al termine di una complessa indagine avviata nel gennaio 2024 e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica dell’Aquila.
L’attività investigativa affonda le radici nell’inchiesta denominata “Kirivò”, già nota per aver smascherato un’associazione mafiosa legata ai traffici di droga ed estorsioni nel quartiere Villa del Fuoco, meglio noto come “Ferro di Cavallo” a Rancitelli, area storicamente segnata da un’elevata presenza criminale. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli arrestati – in prevalenza di origine albanese – avrebbero dato vita a un’organizzazione solida, con una regia centrale ben definita in Abruzzo, tra Montesilvano e Città Sant’Angelo, e ramificazioni operative nelle province di Milano, Brescia e Varese.
Una struttura capace di muovere enormi quantitativi di droga: cocaina, marijuana, eroina ed “amnesia”, sfruttando corrieri connazionali e stranieri per il trasporto e la distribuzione sul mercato. In Lombardia, in particolare nel comune di Piadena Drizzona (CR), il sodalizio aveva a disposizione un capannone utilizzato esclusivamente come serra indoor per la coltivazione, l’essiccazione e la preparazione della marijuana, con un ciclo produttivo industriale, degno di una multinazionale dell’illegalità. Il gruppo aveva stabilito rapporti commerciali privilegiati con le organizzazioni rom attive nel quartiere Rancitelli di Pescara. Era proprio a loro che fornivano parte degli stupefacenti da immettere sul mercato locale. Ma non solo. Dall’Abruzzo alla Lombardia, l’organizzazione viaggiava su furgoni noleggiati per rifornirsi di cocaina. I proventi dello spaccio venivano poi in parte reinvestiti in Albania, con viaggi mirati e accordi tra complici sparsi nei due Paesi.
All'interno del gruppo era consuetudine risolvere con incontri mirati anche eventuali controversie sorte da debiti di droga, soprattutto con esponenti rom stanziati tra Pescara e Montesilvano. Un sistema criminale autosufficiente, con una gestione delle “crisi” interna e una divisione dei ruoli ben delineata. Uno degli aspetti più inquietanti emersi è la sofisticazione nelle comunicazioni: gli indagati conoscevano molto bene i meccanismi delle attività investigative e avevano messo a punto una rete di comunicazione blindata. Usavano app di messaggistica crittografate, SIM intestate a persone ignare, ma soprattutto avevano sviluppato un linguaggio segreto fatto di gesti, immagini mostrate sul cellulare e codici convenzionali. Una strategia elaborata per sfuggire a ogni forma di captazione ambientale e intercettazione telefonica. Durante l’indagine sono stati sequestrati ben 421 chilogrammi di marijuana e 2 chilogrammi di cocaina, quantitativi che dimostrano l’ampiezza delle attività e la capacità logistica del gruppo.
Il Tenente Colonnello Saitta, comandante Reparto Operativo Carabinieri Pescara
I dodici arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti. L'ordinanza è stata eseguita mentre il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari: la colpevolezza degli indagati dovrà essere accertata nel corso del processo, nel pieno contraddittorio tra le parti. «L’operazione odierna – sottolineano i Carabinieri – testimonia ancora una volta la costante attenzione dell’Autorità Giudiziaria e dell’Arma al contrasto dei fenomeni dello spaccio di sostanze stupefacenti, soprattutto laddove esistano strutture criminali radicate, capaci di stringere alleanze pericolose e operare su più livelli territoriali e internazionali.» Un’altra pagina della lotta al narcotraffico Un’inchiesta destinata a far discutere e a lasciare il segno, non solo per i numeri, ma per la portata organizzativa e la rete di connivenze che questa operazione ha portato alla luce. L’Abruzzo, ancora una volta, si conferma crocevia nevralgico nei traffici illeciti di droga, ma anche teatro di una determinata e costante azione repressiva delle forze dell’ordine.
Capitano Giuseppe Sicuro comandante Nucleo investigativo Carabinieri Pescara