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Cronaca

False beneficiarie del reddito di cittadinanza, tre donne denunciate dai Carabinieri nel chietino

07/05/2021 - Redazione AbruzzoinVideo
False beneficiarie del reddito di cittadinanza, tre donne denunciate dai Carabinieri nel chietino

Operazione dei carabinieri delle stazioni di Casalbordino, Fossacesia e Torino di Sangro. L’INPS revoca in tempi record l’erogazione del beneficio che in pochi mesi ha già fruttato alle tre furbette oltre 8 mila di denaro pubblico.

Le indagini dei carabinieri delle stazioni per individuare i falsi percettori del beneficio del reddito di cittadinanza proseguono tra le attività primarie in considerazione del trend in crescita delle denunce alle Procure competenti. Gli approfondimenti investigativi permettono sempre più di accertare quanto sia importante l’apporto dei capillari presidi dell’Arma anche nelle più piccole realtà perché l’attenta conoscenza del tessuto socio-economico è il valore aggiunto per individuare celermente i furbetti. Questo perché i riscontri svolti stanno disegnando una casistica sempre più precisa della tipologia delle false dichiarazioni poste a fondamento per ottenere l’illecito profitto, che non si basano su tecnicismi circa la dichiarazione infedele dell’esatto reddito ovvero indicatore ISEE ed infine sull’effettivo tenore di vita, ma di contro sull’effettiva situazione di famiglia, di residenza che per gli stranieri, in particolare, deve essere di almeno 10 anni.

I fattori che accomunano infatti gli ultimi tre casi in ordine temporale fatti venire alla luce dai tre radicati presidi dell’Arma sono quelli appena descritti ovvero di una giovane sudamericana che ha dichiarato falsamente di essere residente in Italia da più di dieci anni, alla seconda proveniente dall’Europa dell’Est che ha dichiarato ben due false residenze tra l’Abruzzo e la Lombardia mentre è senza fissa dimora ed è irreperibile fino all’ultima che ha omesso di inserire nell’autocertificazione dello stato di famiglia il coniuge che è titolare di una pensione sociale. In pochi mesi le tre furbette hanno sottratto all’erario oltre 8 mila € che dovranno restituire mentre l’ufficio provinciale dell’INPS revoca pressoché in tempo reale dalla segnalazione il pagamento mensile del beneficio.

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